giovedì 24 gennaio 2008

Dalla Terra # 20


Andrea Pazienza
Come non parlare di uno degli autori italiani più importanti dell'ultimo quarto del Novecento:Andrea Pazienza.
Nato il 23 Maggio del 1956 a San Benedetto del Tronto e scomparso il 16 Giugno del 1988.
Uno dei più celebri fumettisti o meglio "artisti"italiani,autore di opere come:Penthotal,Zanardi,
Pompeo.
Pazienza era adorato da tutti ,sia critici che artisti,una personalità mite ma geniale,espansivo e trascinante,folgorante nelle sue celebri battute e feroce nel plot delle sue storie.
Era generoso nel distribuire a tutti i suoi disegni ma inaffidabile a consegnarle in tempo all'editore.
"Voglio essere un inaffidabile",diceva,"anzi voglio rimarcare la mia assoluta affidabilità".
Con la sua scomparsa il 18 giugno del '88,moriva il cantore di un'intera generazione;il "Rimbaud dei fumetti",come lo avevano battezzato i giornali subito dopo la sua scomparsa.

Con le sue opere esilaranti e drammatiche aveva saputo raccontare i travagli,le inquietudini,le contraddizioni dei ragazzi del'77,ma anche dei più giovani che assistevano alle sue gesta con eccitato divertimento.
Qui abbiamo delle sue opere inedite come queste a destra dove vengono da una raccolta detta:Glamour Book numero 1.
Un altro è un dipinto giovanile di Pazienza del 1975 esi intitola:"Isa d'estate".

Per quanto riguarda la sua prematura scomparsa si parlava di un suo ritorno all'eroina,da cui era riuscito ad allontanarsi da tempo,o da un suicidio indotto da overdose,a tal proposito sembra quasi autobiografica la storia di Pompeo.

Ora vi saluto e vi anticipo che nel prossimo aggiornamento si parlerà di un altro grandissimo della pittura italiana
Bye-bye!















venerdì 18 gennaio 2008

VIAGGI NELLA MENTE # 20


Come al solito mi hanno invitato ad una mostra di pittura ma la novità è che il curatore della mostra,un famoso critico di nome Ilavits proveniente dal pianeta Ieimied,mi ha assicurò che ci sarebbe stata una bella sorpresa se decidessi di accettare l'invito.
E io come sempre accettai,maledetta curiosità,chissà poi cosa potrebbe esserci di cosi sorprendente ad una mostra di quadri vista e stravista.
La sorpresa fu presto svelata:nella mostra vi erano dei miei rarissimi quadri che avevo venduto a ignoti per pochi spiccioli perché erano veramente degli "scarti da magazzino",e non erano nemmeno i miei soliti ritratti ma uno astratto e uno che non riesco ancora a definire...forse primitivo.
Il critico Ilavitis volle persino un ritratto vicino ad una mia opera astratta che realizzai in meno di venti minuti buttando un po di colori sparsi con una spatola.Lo acquistò lui per una cifra che farebbe schiattare la maggior parte dei pittori terrestri.
Ebbi modo di conoscere anche un esordiente:un mezzo terrestre di quarantatre anni,l'altra meta' aliena mi era sconosciuta,so soltanto che aveva orecchie grosse e lentiggini rossi che emanavano sottili vapori solforici al quanto pestilenziali.
Era emozionato perché era la sua prima mostra,e vista l'opera che aveva esposto spero anche l'ultima.

Un altro quadro che trovai almeno degno di essere guardato era l'opera di un giovane alieno del pianeta Ogifos,lui lo chiamavano Etarf-Alleb.Posso comprendere avere i propri idoli,posso capire il genere manieristico di chi ha un suo artista guida,ma questo era un opera degna di Silco medesimo.
Lui si pavoneggiava di essere addirittura il mio erede,poveretto:ne doveva mangiare ancora di panini imbottiti.

La mostra fu abbastanza lunga e credo che la proseguiremo nell prossimo aggiornamento

Bye-bye!

domenica 13 gennaio 2008

Dalla Terra # 19


Rousseau

Il genere naif ,ossia ingenuo,sprovveduto,colui che,proprio perché incolto,privo di regole,riesce a superare,con la forza del proprio candore le pastoie condizionartici della ragione.Se dobbiamo pensare al suo maggiore rappresentante quello che mi viene in mente è senza dubbio il pittore francese Henri Rousseau.
Qui lo vediamo in un suo autoritratto del 1890.
Nel genere naif ci si mette anche il sottoscritto dato che l'infantilità delle mie opere giovanili rientrano in quell'ottica,niente studio delle proporzioni e molta spontaneità',ed è questa la strada dell'arte per me,perché la fantasia non deve avere regole.
Rousseau era il punto di arrivo in un lungo itinerario culturale:lui rappresentava la purezza primitiva contro la tradizione.

Non a caso il poeta e anticonformista Rimbaud preferiva le pitture "idiote " a quelle cosiddette "intelligenti".

Ma nonostante questo .il pubblico rideva delle sue opere,e con loro vi erano pure gli stessi artisti che,se pur apprezzandolo,non si sottraevano a prenderlo in giro proprio per la sua ingenua fiducia.
A tal proposito fu particolarmente significativo il banchetto organizzato da Picasso nel proprio studio nel 1908.
Rousseau venne fatto sedere su una specie di trono,una sedia posata su una cesta con attorno bandiere e lampioni,e ironicamente onorato come un re.
Lui ha un ricordo felice di quel "commovente" episodio come scrisse una sua oculare testimone;pensando che fosse un meritato riconoscimento al suo genio.
Tuttavia Rousseau non era un incolto,vi sono molti elementi comuni a tutta la pittura dell'epoca come il simbolismo o l'antinaturalismo.
Nell'opera "La guerra",del 1894,la fanciulla che regge in mano una spada e nell'altra una fiaccola sta scendendo in groppa ad un cavallo nero,simboleggia la discordia o è la guerra stessa che semina lutto e rovine.
Ma fu il fascino dell'esotico a spingerlo a realizzare opere come:Foresta(Negro assalito da un giaguaro),lui non ebbe la possibilità di poterne vedere una vera e se l'immaginò ricreandola attraverso libri oppure visitando il "Giardino delle piante" di Parigi.
Lui aveva il dono di rendere reale quello che poteva vedere solo con la fantasia,sia nella vita quotidiano(riusciva a credere vero ciò che desiderava lo fosse)e sia nella pittura.
Ora vi lascio e vi anticipo che prossimante si parlerà di un grande del fumetto italiano.
Bye-bye!

venerdì 11 gennaio 2008

VIAGGI NELLA MENTE # 19


Quando pensi che puoi finalmente essere un po tranquillo e goderti del meritato relax senza continuamente stare davanti ad una tela con il pennello in mano e ricercare il colore giusto,ecco che dal frigo arrivano i soliti colpi che mi annunciano che la pace è già finita.Quell'essere dalle corna sbilenche lo conoscevo di fama:era il Cancelliere Enoreihccaihc,era già una rottura solo pronunciare il suo nome,era il portavoce ufficiale del pianeta Osollap,un pianeta che descriveva benissimo anche la persona che avevo d'innanzi:noiosa fino alla nausea.Iniziò ad asfissiarmi con le sue tesi sull'arte astratta che andavano ormai a primeggiare su quella classica del ritratto e contraddicendosi dopo quasi un ora di tortura sonora e psicologica dicendo che nel suo pianeta c'era un dilemma su quale potesse essere il migliore quadro astratto conteso tra il Marchese Airezzoz e quello di Lord Azzednom,e io dovevo giudicarlo e farci un bel ritratto;ma come se un attimo prima gli facevano così schifo.Naturalmente non era certo per volontà sua,la mia fama evidentemente era superiore ai gusti personali del Re Ipmor-Narg III.

Arrivati al suo pianeta con il solito teletrasporto mi premonii con dei tappi di cera per evitare almeno i loro asfissianti sermoni di benvenuto.
Appena ultimato questa sgradevole circostanza ci dirigemmo con una navicella privata nella residenza di Lord Azzednom.Un posticino niente male per un nobile che viveva da solo(e posso anche comprenderlo),se le chiacchiere fossero un reato capitale ,lui sarebbe stato soppresso a vita.Dopo un pranzo al quanto lungo e che mi fece quasi pentire di aver accettato quel maledetto invito,il Lord dei miei stivali ci portò in un salone a vedere il fantomatico quadro,che in realtà erano tre quasi uguali ma diversi nell'uso dei colori;quello che pensavo io era di dargli fuoco, ma invece dissi che era un opera brillante(sapessi quanto brilla con po di benzina e un fiammifero).
Ma bisognava prima del verdetto finale vedere anche l'altra di opera e quindi ci congedammo;non a malincuore dal Lord e ci dirigemmo nell'imponente castello del Marchese Airezzoz.
Quanto spreco per un essere che a parte l'aspetto,orrendo allo stesso modo,era tale e quale al suo nobile contendente:piacevole come uno sciame di vespe dentro le orecchie.
Non volli mangiare niente,avevo già vomitato a pranzo e avevo pietà del mio stomaco;volli subito vedere la "grande opera",ed era meglio se non lo avessi fatto.
Era una tela circolare con una seria di linee che tracciavano una sorta di scacchiera deformata fatta di soli due colori;tutto qua:che godimento per gli occhi e per la mente.
Gli feci i complimenti e gli chiesi da quanto tempo si era avvicinato all'arte della pittura astratta.Lui mi rispose che da soli due Assacs(che sarebbero circa sei anni terrestri),e tra tutte le opere questa era la più compiuta e meritava di essere il quadro simbolo del suo pianeta;be in effetti,insignificante lo era,ma anche quella di Lord Logorrea non era da meno.Quindi mi venne un idea e decisi di premiarli tutti e due e a d entrambi feci un ritratto a suggellare la fine di questa tortu..cioè questa affascinante gara tra artisti di razza,che mi tocca dire.


Bye-bye!