domenica 13 gennaio 2008

Dalla Terra # 19


Rousseau

Il genere naif ,ossia ingenuo,sprovveduto,colui che,proprio perché incolto,privo di regole,riesce a superare,con la forza del proprio candore le pastoie condizionartici della ragione.Se dobbiamo pensare al suo maggiore rappresentante quello che mi viene in mente è senza dubbio il pittore francese Henri Rousseau.
Qui lo vediamo in un suo autoritratto del 1890.
Nel genere naif ci si mette anche il sottoscritto dato che l'infantilità delle mie opere giovanili rientrano in quell'ottica,niente studio delle proporzioni e molta spontaneità',ed è questa la strada dell'arte per me,perché la fantasia non deve avere regole.
Rousseau era il punto di arrivo in un lungo itinerario culturale:lui rappresentava la purezza primitiva contro la tradizione.

Non a caso il poeta e anticonformista Rimbaud preferiva le pitture "idiote " a quelle cosiddette "intelligenti".

Ma nonostante questo .il pubblico rideva delle sue opere,e con loro vi erano pure gli stessi artisti che,se pur apprezzandolo,non si sottraevano a prenderlo in giro proprio per la sua ingenua fiducia.
A tal proposito fu particolarmente significativo il banchetto organizzato da Picasso nel proprio studio nel 1908.
Rousseau venne fatto sedere su una specie di trono,una sedia posata su una cesta con attorno bandiere e lampioni,e ironicamente onorato come un re.
Lui ha un ricordo felice di quel "commovente" episodio come scrisse una sua oculare testimone;pensando che fosse un meritato riconoscimento al suo genio.
Tuttavia Rousseau non era un incolto,vi sono molti elementi comuni a tutta la pittura dell'epoca come il simbolismo o l'antinaturalismo.
Nell'opera "La guerra",del 1894,la fanciulla che regge in mano una spada e nell'altra una fiaccola sta scendendo in groppa ad un cavallo nero,simboleggia la discordia o è la guerra stessa che semina lutto e rovine.
Ma fu il fascino dell'esotico a spingerlo a realizzare opere come:Foresta(Negro assalito da un giaguaro),lui non ebbe la possibilità di poterne vedere una vera e se l'immaginò ricreandola attraverso libri oppure visitando il "Giardino delle piante" di Parigi.
Lui aveva il dono di rendere reale quello che poteva vedere solo con la fantasia,sia nella vita quotidiano(riusciva a credere vero ciò che desiderava lo fosse)e sia nella pittura.
Ora vi lascio e vi anticipo che prossimante si parlerà di un grande del fumetto italiano.
Bye-bye!

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