domenica 14 ottobre 2007

VIAGGI NELLA MENTE # 14


Le mie non sono avventure,sono quasi sempre disavventure al limite del delirio da film di fantascienza di serie Z.
Mi trovavo in una piccola astronave da "Crociera spaziale",gentilmente offerto dal Comandante Allimomac,il padrone di questa specie di carrozzeria galleggiante.Uno dei miei tanti ammiratori che pian piano sto cercando di conoscere,ma credo che sarà quasi impossibile dato il numero spropositato di pianeti dove i miei quadri stanno circolando;grazie al mio manager, che un giorno ho promesso di fargli un ritratto ma che non ho mai il tempo materiale per farlo,e ai miei amici critici d'arte sparsi per nove diverse galassie.
Cercai di essere gentile con il Comandante(una persona a modo ma con una voce incredibilmente bassa e soporifera)e i suoi ospiti,dato che in realtà mi stavo annoiando oltremisura.Dai finestrini solo una macchia nera e zero stelle.E io che pensavo che i viaggi spaziali fossero più emozionanti.La noia comunque svanì già alla terza ora di viaggio,quando l'astronave si fermò di colpo e una strana truppa armata fece incursione a bordo facendo,anzi,obbligando il comandante a cambiare rotta e a dirigersi verso la galassia Enofac,nel terzo pianeta quello che la maggior parte evita da secoli ormai,il pianeta Enovittac,uno dei più autoritari e spietati dell'universo.Il comandante volle sapere per quale motivo avrebbero dovuto atterrare nel loro pianeta e il motivo era presto detto:c'ero io a bordo.Il re Onnarit,era un amante dell'arte e voleva assolutamente conoscermi e dato che la loro galassia era la più vicina da dove ora stavamo navigando approfittarono di questa occasione;abuso di autorità o no ,lo stavano facendo.Io lo chiamo sequestro di persona,comunque,cercai di augurarmi che il re apprezzasse il mio modo di dipingere o non osai immaginare che fine potevano fare quelli che lo deludevano.All'arrivo mi attese un altra truppa armata e il Generale Orrefid,un essere grosso cinque o sei volte più di me con una armatura di metallo e due occhi senza orbita.Mi disse che li aveva persi in guerra,e quella specie di maschera elettronica lo aiutava a vedere anche meglio di quanto facevo io.Era uno di poche parole ma quasi tutte molto pertinenti.Una di queste riguardava un ritratto che avrebbe gradito con una mia opera che doveva rappresentare la sua personale astronave da guerra.Gli dissi che non avevo nessun problema a fargli queste opere,ma volli accertarmi che la mia permanenza in quel posto durasse solo per la realizzazione dei quadri.Lui fece un cenno del capo e poi disse che stava tutto nella decisione del loro re.Se lui decideva che potevo andare sarei andato ,altrimenti potevo anche rimanerci a vita in quel posto;wow che goduria.
Il palazzo era enorme e decisamente poco allegro dato che c'erano teste mozzate di ogni tipo e creatura in ogni angolo delle pareti alte compresi le le due torri laterali fino in cima.Un modo decisamente macabro-decorativo di abbellire un palazzo.Lui mi attese in un mega salone dove usava per meditare e dipingere,stava appunto ultimando una sua nuova opera,di genere astratto.Devo dire che il suo quadro era potente:non avevo mai visto un astratto cosi intenso e spettacolare di quello,manco sulla Terra avevo visto roba del genere.Gli feci i miei più sentiti complimenti e lui con freddezza disse che non era finito,mancava ancora il sangue di altri due ribelli che avrebbero giustiziato domani mattina.
Stavo per sentirmi male:un quadro fatto interamente di sangue,e dai diversi colori e tonalità credo che le specie erano tante e tutte diverse,magari appartenevano ai proprietari delle teste che avevo visto all'ingresso,chissà.
Un re artista e sanguinario,persino il suo abito aveva una testa come reliquia di un suo duello con un vecchio re rivale di un pianeta vicino.Fortuna mia che dopo il ritratto mi disse che per il buon risultato dell'opera potevo andare e concludere la mia crociera in santa pace,ma mi promise che un giorno anche lui sarebbe diventato famoso come me.Auguri,almeno io uso ancora le tempere e gli oli,puzzano di meno.
Bye-bye!

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