domenica 10 giugno 2007

Dalla Terra # 3







JACOVITTI:IL FUMETTISTA
Era l'estate del 1983 quando a casa dei miei cugini trovai per caso un libretto di fumetti al quanto caotico e pieno zeppo di personaggi strambi con nasoni o con menti pronunciati.
Dove in ogni angolo spuntavano piedi o salami dal terreno ed una vasta gamma di animaletti che fungevano da contorno ad una situazione comica.
Ad otto anni e mezzo conoscevo a mala pena Topolino o Braccio di Ferro.Ricordo che l'unico mio vero passatempo era il Lego e i cartoni animati giapponesi,che ancora guardo con interesse.
Ma quando vidi i fumetti di Benito Jacovitti fu come un colpo di fulmine;quello non era un semplice disegnatore di fumetti;lui era "Il fumettista".
Era un connubio perfetto di umorismo e fantasia accompagnato ad uno stile unico e per me addirittura rivoluzionario dato che grazie a lui ho intrapreso la via del disegno, iniziando da autodidatta a nove anni a disegnare fumetti ispirandomi al suo stile.
Credo di aver riempito quaderni interi di queste storielle che fino agli inizi del novanta tenevo gelosamente nascosti ma, per motivi o disattenzioni che si perdono nel tempo, ora purtroppo ne possiedo meno di un quarto.
I sopravvissuti li tengo custoditi come se fossero dei cimeli.
Iniziai ad interessarmi ai fumetti per carpire di più i trucchi del mestiere.
Quanti a dieci anni hanno le idee chiare su quello che vogliono fare della loro vita?
Io avevo deciso che avrei fatto il disegnatore di fumetti;ora vanno di moda i calciatori e le vallette.Uno per passione dello sport unito alla brama di successo e del denaro,magari soprattuto quello,l'altro come stratagemma per far soldi muovendo i glutei davanti alla telecamera e accalappiarsi il calciatorino già famoso e strapagato tanto per fare due centri in un colpo solo.Sembra una moda al quanto diffusa ,ed ancora persiste,ma andrebbe bene anche con gli imprenditori,basta che luccichino d'oro.
Certo che se per essere amati bisogna avere per forza la grana, allora dell'amore non ci ho ancora capito niente.Ma forse mi sbaglio,sarebbe troppo riduttivo giudicare in questo modo.
In fondo tutti vogliamo il meglio per noi stessi;poi se molte persone pensano di trovare la felicità con il denaro sono fatti loro.Capiranno,se capiranno,che la felicità è tutta un'altra cosa; non certo una macchina da 100.000 euro o avere una bellissima bionda che ti sta accanto solo per prosciugare la tua carta di credito.Intanto meglio averceli,riempiamoci sempre di più il vuoto della nostra coscienza,cosi penseremo di essere sazi,ma invece lo stomaco brontolerà ancora.,ed ancora,ed ancora...
Sembrerebbe una sviolinata poco attinente al tema trattato ma io sono un istintivo e quando ho un pensiero che mi gira in testa non posso trattenerlo;è più forte di me.
Ritornando a noi,Io mi accontentavo di poco,solo poter pubblicare i miei lavori su carta.
Adesso non starò qui ad elencarvi tutti gli autori dei fumetti italiani o esteri,dato che quello che mi premeva era omaggiare il mio "padre artistico" Javotti.
Non scorderò mai quando nel 1997 diedero al telegiornale la notizia della sua scomparsa.Solo due volte mi venne da piangere,anzi, piansi proprio,per la morte di una persona ,che non fosse ne parente o amico,la prima con lui,la seconda con Alberto Sordi,ma li non ero stato sicuramente solo.
Agli inizi degli anni novanta l'unico fumetto che attirò la mia attenzione era stato Dylan Dog,che compro ancora oggi,li possiedo praticamente tutti,compresi speciali e super speciali.
E da circa sette anni c'e ne un altro che reputo addirittura più interessante,il suo nome è Dampyr.
Per chi non conoscesse questi fumetti ci sono dei siti apposta per darvi tutte le informazioni del caso,vi dico soltanto che sono di genere Horror,il mio genere preferito,ovviamente.

Ora passiamo alle ultime due opere di colore blu che vedete in basso a destra.No,non sono sicuramente di Jacovitti.
Questi sono due particolari di un disegno che ho realizzato nel 1991 dal titolo emblematico:"Caos
".
Lo messo perchè erano gli inizi dei miei lavori e per me è come la pietra migliare del Silco-pensiero.
Il caos ha albergato a lungo nei miei lavori e questo che vedete non è che un aperitivo dei miei elaborati che mam mano che passavano gli anni diventavano sempre più complessi ed alquanto"incasinati".
Naturalmente per capirli dovrei parlarvi anche di un
altro artista fiammingo al quanto bizzarro ed inquietante come Hieronymus Bosch,ma ci sarà tempo.
Ora prediligo i soggetti singoli o massimo due o tre figure per quadro,non più di cinque sicuramente altrimenti mi tocca comprare una tela più grande per non rimpicciolire troppo i bei
visini delle mie belle creaturine.
A scuola una mia insegnante delle superiori mi disse
che avevo un grande gusto per il grottesco e di trovare un modo per sfuttarlo ,se era quello che mi interessava. Bè,lo sto facendo,tentare non nuoce.
Ora basta,vi saluto e vi anticipo che nel prossimo aggiornamento parleremo di letteratura.
Bye-bye.



















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